La Peca, l’orma della grande Maison
Nicola e Pierluigi Portinari, con la moglie Cinzia Boggian, hanno creato a La Peca di Lonigo una mecca per il piacere dei gourmet. Una tappa irrinunciabile per il proprio benessere culinario e umano.
Un trio di autodidatti di gioiosa operosità veneta con la passione nel sangue
Il segreto è nella semplicità autentica e nel duro lavoro
“Non c’è bisogno di mettersi fretta. Non c’è bisogno di brillare. Non è necessario essere nessuno se non se stessi”.
Virginia Woolf
Esterni: l’architettura classica di gran casa collinare, non fa presagire all’ospite ciò che lo aspetta all’interno. I Portinari sono gente di sostanza fine, non di apparenza fine a se stessa. Suoni il campanello e la porta di casa ti sarà spalancata, con l’accoglienza autentica di chi è lì, in quel momento, proprio per te.
Anni che torno in pellegrinaggio in quest’oasi di benessere, in quest’isola protetta dai clangori della frenesia bipolare dei divismi da superchef. E ogni volta, ti fanno sentire unica, come se fossi la sola ospite della silenziosa casa con vista sui Colli Berici.
Basso profilo mediatico, forte presenza stilistica, in cucina, in sala, nell’arredamento, nell’ensemble di micro dettagli che fanno la differenza.
La potenza è nell’autenticità, nel duro lavoro quotidiano, nella semplicità dell’umiltà di chi si è fatto da solo.
Occhi che sono vivace sfavillìo di attenzione; sotto le ciglia vibra la ricerca costante di chi non si ferma mai. Due i fratelli, Nicola in cucina e Pierluigi diviso tra le sue creazioni di pasticceria e la sala; unica donna, Cinzia Boggian, moglie di Pierluigi, divisa tra la sala e il centro della tavola, con i suoi originalissimi centrotavola (in realtà è perno essenziale del duetto).
Anche lei, arredatrice, fu rapita dall’intensità della Casa, dagli animi sensibili che l’avevano accudita, dalla saggezza pizzicata di follia. Dalla tavola alla favola di condividere le orme di un’avventura ristorativa, ognuno con la sua unica e peculiare impronta.
Lo stampo di una mano aperta è il profetico, primo simbolo del locale in quel di Lonigo, in provincia vicentina.
Sapete cos’è una peca? E’ una traccia, un segno lasciato nell’imprimere.
Il significato è legato al luogo: la collinetta dove sorge il locale si chiamava “Contrà delle peche”. E alla famiglia: i fratelli Portinari amavano giocare lasciando impronte sul tavolo di cristallo di famiglia, facendo arrabbiare la madre.
Trentadue anni fa, da una costola della macelleria con gastronomia di famiglia, Nicola, 23 anni e Pierluigi, 26, “danno la manata” d’avvio. Dopo tre anni arriva Cinzia. Sul curriculum di Nicola figura l’apprendistato dal cugino Andrea Sarni, chef e titolare del rinomato Principe di Arzignano (purtroppo chiuso da tempo), uno stage alla Pinède di Saint-Tropez con Alain Ducasse e uno da Arzak a San Sebastian. Poi tanti libri e congressi. Nicola si tempra lentamente e approfonditamente fino a trovare la sua strada, lontano dai percorsi battuti, seguendo la sua istintività e la sua riflessività. Impara anche a fare il pesce, lui che quasi rischiava di mettersi il grembiule da norcino come il padre Serafino.
La prima stella nel 1994, poi perduta e riacquistata nel 1998, la seconda nel 2008, da allora sempre mantenute. Un capostipite della cucina veneta.
Qui si respira una sinfonia d’autore, locale e cosmopolita, vibrante di nuove suggestioni e di memorie del gusto, contrappunti di passato e futuro, su scale melodiche che san farsi ardite. Dalla leggerezza memorabile. Tutto conta, anche l’estetica delle composizioni, piccole opere d’arte.
Persona e professionista dalla carica umana sbalorditiva, Nicola è capace di entrarti sotto pelle con quel suo sorriso vero, con quel suo garbo riservato.
E le sue ricette, quelle ti arrivano dentro, piano piano, per poi stabilire un’intimità profonda, una gioia goduriosa che ti appartiene nelle viscere.
Si è allevato il territorio gastronomico attorno (un vivaio: dalle signore che raccolgono i germogli, a quelle che crescono i germani, ai cacciatori, agli agricoltori e continua continua).
Non c’è nulla da fare, è un imprinting, la peca lascia il segno. Ti manca, senti la voglia di tornare… Anche per il bere, con quella carta dei vini studiata da Pierluigi bottiglia per bottiglia, un tomo ben adagiato sul leggìo, più di 2.000 etichette fra le quali i “fuori dal coro”, i vini artigianali.
No, questa volta non racconto i piatti, parlano da soli. Nessuna anteprima, lascio a te il godimento della sorpresa. Segui l’orma e troverai.
La Peca
Via Alberto Giovanelli, 2
36045 Lonigo (VI)
Telefono: 0444 830214
www.lapeca.it
info@lapeca.it