In una locanda trovò dimora un elefante: nel 1551 venne rinominata Elephant


Un albergo a Bressanone che deve il suo nome al passaggio nel 1551 di un elefante e che da allora ha continuato ad esistere esattamente dove si trovava. Dal 1773 è la stessa proprietà ad occuparsene, con passione e accuratezza

In una locanda trovò dimora un elefante: nel 1551 venne rinominata Elephant


Dal 1773 ad oggi l’hotel a quattro stelle non ha mai cambiato proprietà

Albergo storico dell’Alto Adige, ospitò imperatori d’Asburgo,
il re del Belgio, i regnanti di Savoia, duchi, granduchi e principesse

“Sono una viaggiatrice. Sono una nomade. Raramente ho dormito nello stesso
letto più di tre o quattro notti. E so che la vita in albergo è meglio di qualunque altra.”.

Diane von Furstenberg


Strana coincidenza. Arrivo all’hotel Elephant di Bressanone esattamente 467 anni dopo l’arrivo del pachiderma in città (guai a voi se mi dite che ho fattezze elefantiache… in effetti, nessun comitato di accoglienza per me ;-)).
Era la sera del 18 dicembre 1551 quando Soliman, accompagnato da un corteo di nobili boemi ed ungheresi, di servitori e valletti fece ingresso in città per andare a riposarsi dal lungo viaggio all’allora locanda “Am Hohen Feld”.
Era il regalo del re del Portogallo a Massimiliano d’Austria. Una tappa che durò un paio di settimane, poi tutti ripresero il viaggio verso l’Austria.
Immaginate l’emozione sensazionale di fronte a questa “creatura da fiaba”, un essere mai visto!
L’allora locandiere pensò bene di raffigurare l’arrivo del grande ospite con un affresco ancora visibile sulla facciata occidentale dell’hotel. E nacque l’Elephant.

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Un’altra prerogativa di questo albergo, che non a caso è stato inserito nell’albo degli alberghi storici dell’Alto Adige, è che dal 1773 ad oggi, è rimasto in mano della stessa famiglia ed ha ancora una conduzione familiare.
Certamente, come ben descrive Hans Heiss, fratello storiografo dell’attuale proprietaria Elisabeth Heiss Falk nel suo libro “Il percorso dell’Elephant”, in 246 anni, con guerre, passaggi di nazionalità, due grossi incendi, non fu facile continuare a lavorare e resistere alle avversità che spesso hanno minacciato il proseguimento dell’attività familiare e continuare a rinnovarsi per stare al passo con i tempi. Eppure sono ancora qui. Come la celebre roccia, sferzata dai marosi.

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Il figlio di Elisabeth, (siamo all’ottava generazione), Michael Falk e la promessa sposa Eleonora, continueranno a portare avanti la casa di famiglia, insieme allo storico direttore Tomaso Tettamanti.
Michael in particolare, segue i ristoranti Elephant e Apostelstube (pensate che il ristorante si aggiudicò una stella Michelin nel lontano 1967, e fu la prima stella dell’Alto Adige, successivamente ricusata dal proprietario Wolfgang Heiss per l’eccessivo impegno che comportava mantenerla) e l’enoteca.
Elisabeth, con quella classe innata che traspare da ogni singolo gesto, occupata a dar da bere ai fiori nel salotto tardogotico, ci racconta che nei secoli l’hotel ha ospitato imperatori d’Asburgo, il re del Belgio, i regnanti di Savoia, duchi, granduchi e principesse e tanti personaggi famosi.

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D’altronde Bressanone è anche la città più antica del Tirolo, meta da secoli dei viaggi dei sovrani europei. Lo charme storico, il fascino romantico e un po’ retrò dell’Elephant riportano indietro nel tempo, ad altre epoche.
Le tracce di un grande passato sono evidenti e donano un’aura un po’ misteriosa a questo albergo ricco di opere d’arte di vari periodi e preziosi tappeti.
Interessante il museo dell’Elephant, dove sono raccolti volumi antichi, un presepe con l’immancabile elefante e i libri firma degli ospiti, fin dal XVII secolo.
Da visionare la vetrinetta che raccoglie vari oggetti a forma di elefante, (alcuni molto preziosi), la maggior parte regalati dall’affezionata clientela.

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Le quarantaquattro camere, in parte sui due piani dell’albergo storico, in parte nella Villa Marzari nel parco, sono diverse l’una dall’altra. Si dorme nel silenzio assoluto, e molte stanze guardano verso il parco, dove ci sono anche la piscina e i campi da tennis.
Per me che sono freddolosa, il caldo in stanza non ha dato fastidio (il riscaldamento è centralizzato), ma alcuni ospiti l’hanno trovato davvero eccessivo.
Il servizio è inappuntabile. Per chi cerca il relax, c’è anche una zona benessere con bagno turco, sauna, fitness e solarium. Ampio il parcheggio a disposizione.
Il motto della casa, risalente al XVIII secolo, leggibile nel giroscale salendo al secondo piano è (tradotto): “Ciò che non si può cambiare l’accetto di buon grado; se non posso fare come voglio, voglio fare come posso”. Forse il segreto di questa storica casata alberghiera?


Hotel Elephant

Via Rio Bianco 4 
39042 Bressanone (Bolzano)
Tel. +39 0472832750
www.hotelelephant.com
info@hotelelephant.com



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